Smaltimento rifiuti agricoli: come fare? Una guida completa per la corretta gestione

Lo smaltimento dei rifiuti agricoli è un tema di grande importanza per l’ambiente e la salute pubblica. Il settore agricolo, infatti, produce ogni anno quantità significative di scarti organici e non organici che richiedono una gestione adeguata. Tra questi rientrano concimi, pesticidi, imballaggi, recipienti di prodotti chimici e attrezzature obsolete come i rottami metallici, così come oli esausti e fanghi di depurazione. Smaltire i rifiuti agricoli è un’attività complessa e presenta delle normative che l’azienda agricola deve conoscere per garantire la sicurezza propria, dei consumatori e dell’ambiente in generale. Inoltre, non seguire le procedure specifiche e gli obblighi previsti dalla normativa, comporta sanzioni salate

In questo articolo scoprirete come vengono smaltiti i rifiuti nelle aziende agricole secondo la normativa di riferimento, partendo dall’iter per la corretta gestione dei rifiuti, fino alle soluzioni per dare supporto all’agricoltore.

Classificazione dei rifiuti agricoli: pericolosi e non pericolosi

I rifiuti agricoli sono quei materiali di scarto generati dalle attività agricole e agro-industriali, quali la coltivazione, la produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli.
Sono classificati come rifiuti speciali, in quanto possono presentare un rischio per la salute umana e l’ambiente se non gestiti correttamente. 

Gli scarti agricoli sono suddivisi in rifiuti agricoli pericolosi e rifiuti agricoli non pericolosi, a seconda della loro composizione chimica e delle caratteristiche fisiche. I rifiuti agricoli pericolosi comprendono ad esempio i contenitori di prodotti chimici, farmaci e fertilizzanti, gli oli esausti e le batterie. I rifiuti agricoli non pericolosi, invece, sono costituiti principalmente da scarti vegetali, imballaggi e attrezzature obsolete.

Di seguito un utile elenco dei principali rifiuti prodotti più frequentemente dalle aziende agricole, con i relativi Codici EER(Elenco europeo dei rifiuti):

I principali rifiuti agricoli non pericolosi, sono:

  • materie plastiche (nylon di pacciamatura, tubi in PVC per irrigazione, manichette, teloni serre, ecc.) (EER 020104);
  • imballaggi di carta, cartone, plastica, legno e metallo (sacchi sementi – concimi – mangimi, cassette frutta, contenitori florovivaismo, ecc.) (EER 150102, 150104, 150105, 150106, 150107);
  • oli vegetali esausti (EER 200125);
  • fanghi di sedimentazione e effluenti di allevamento non impiegati ai fini agronomici (vari EER);
  • pneumatici usati (EER 160103);
  • contenitori di fitofarmaci bonificati (EER 150102, 150104, 150105, 150106, 150107);
  • scarti vegetali in genere non destinati al reimpiego nelle normali pratiche agricole (vari EER).

I principali rifiuti agricoli pericolosi, sono:

  • oli esauriti da motori, freni, trasmissioni idrauliche (EER 130205*);
  • batterie esauste (EER 160601*);
  • veicoli e macchine da rottamare (EER 160104*);
  • filtri dell’olio (EER 160107*);
  • fitofarmaci non più utilizzabili (EER 020108*);
  • contenitori di fitofarmaci non bonificati (EER 150110*);
  • farmaci ad uso zootecnico scaduti o inutilizzabili (EER 180205*).

A seconda che il rifiuto agricolo sia classificato pericoloso o non pericoloso, andranno affrontate diversamente anche le fasi della sua gestione, come lo stoccaggio, il trasporto e lo smaltimento, che richiedono procedure specifiche e differenti obblighi documentali. Anche i costi associati a tutto il processo di gestione dei rifiuti dell’agricoltura variano a seconda delle diverse attività coinvolte.

I materiali esclusi dalla disciplina sui rifiuti

Non tutti i materiali prodotti dalle attività agricole sono considerati rifiuti ai sensi della legge. Sono escluse dalla disciplina sui rifiuti -, ma disciplinate da disposizioni specifiche – le seguenti tipologie di materiali:

  • materie fecali (letame, liquame), i materiali vegetali (paglia, potature) ed il pietrame, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia 
  • sottoprodotti di origine animale (eccetto quelli destinati all’incenerimento, allo smaltimento in discarica o all’utilizzo in un impianto di produzione di biogas o di compostaggio)
  • carcasse di animali morti per cause diverse dalla macellazione
  • acque di scarico 

Un rifiuto, inoltre, cessa di essere tale quando è stato sottoposto ad un’operazione di riutilizzo o recupero per scopi specifici.

Normativa sui rifiuti agricoli: il D.lgs. 152/06

La normativa per i rifiuti agricoli in Italia è il D.Lgs. 152/06 (Testo unico ambientale), che stabilisce le norme per la gestione dei rifiuti e dei cicli di vita dei prodotti, nonché le responsabilità degli operatori del settore. 

In particolare, il D.Lgs. 152/06 definisce il campo di applicazione dei rifiuti, classifica i rifiuti agricoli esplicitando le esclusioni, precisa le responsabilità del produttore e descrive gli step della corretta gestione dei rifiuti, indicando le relative sanzioni in caso di mancato rispetto della norma.

Da tenere presente anche la Direttiva UE 2008/98/CE, emanata nell’ottica di un’economia circolare (materia prima – distribuzione – processo produttivo – raccolta del rifiuto – riciclo – materia prima). 

Rifiuti agricoli: gli obblighi dell’agricoltore

Per il corretto smaltimento dei rifiuti agricoli è necessario seguire delle procedure specifiche, che diventano ancora più restrittive in caso di rifiuti pericolosi. L’azienda agricola ha l’obbligo di gestire i rifiuti in conformità alle normative vigenti: in assenza di una corretta gestione dei rifiuti agricoli si rischiano sanzioni anche molto salate. In particolare, l’azienda agricola deve provvedere all’intero iter di raccolta, stoccaggio e recupero e/o smaltimento alla corretta gestione dei gestione dei rifiuti, di cui parleremo nei prossimi paragrafi. 

A determinate condizioni, la normativa consente all’impresa agricola produttrice di raccogliere e trasportare in proprio i rifiuti aziendali prodotti. Ma, solitamente, l’onere del trasporto dei rifiuti è preso in carico da enti o imprese specializzate.

Esistono diversi adempimenti amministrativi e documentali obbligatori, ovvero:

  • Registro di carico e scarico rifiuti
    In caso di produzione di rifiuti agricoli pericolosi, l’azienda agricola deve dotarsi di un registro per annotare la quantità e il tipo di rifiuti prodotti e smaltiti. Il registro rifiuti deve essere vidimato e gestito come da normativa sui registri IVA ed è soggetto a conservazione di 5 anni.
  • Comunicazione annuale MUD
    Compilazione del Modello Unico di Dichiarazione Ambientale, nel quale indicare la quantità e la tipologia di rifiuti che hanno prodotto e/o gestito nel corso dell’anno precedente.

Questa comunicazione è obbligatoria in caso di produzione di rifiuti PERICOLOSI, tranne che per gli imprenditori agricoli con un volume di affare annuo non superiore a 8000€

  • Compilazione del FIR
    I rifiuti conferiti ad un impianto autorizzato devono essere accompagnati dal Formulario di Identificazione del Rifiuto (FIR), compilato in 4 copie dal detentore su moduli numerati e vidimati dall’Agenzia delle Entrate, dalla Camera di Commercio o dagli uffici ANTA regionali competenti. Il detentore dei rifiuti dovrà conservarne 2 copie per 5 anni e annotarli sul registro Iva degli acquisti.
  • Iscrizione all’Albo Gestori Ambientali e adesione al RENTRI
    Le imprese agricole produttrici di rifiuti che effettuano il trasporto in conto proprio, senza avvalersi di società terze, devono iscriversi alla sezione regionale di competenza dell’Albo dei Gestori Ambientali. e al RENTRI Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti (ex SISTRI).

Gestione rifiuti agricoli: raccolta, deposito, smaltimento e recupero 

L’iter corretto di gestione dei rifiuti agricoli prevede la loro raccolta, deposito, smaltimento e/o recupero.
In particolare, le aziende agricole devono adottare tutte le misure necessarie per evitare la dispersione dei rifiuti nell’ambiente e garantirne una corretta conservazione. 

  • Raccolta
    I rifiuti speciali provenienti dall’attività agricola devono essere raccolti temporaneamente, per gruppi omogenei, in appositi ambienti che posseggano caratteristiche tali da impedirne la dispersione, l’inquinamento ambientale, il manifestarsi di problemi igienico-sanitari ed eventuali danni a persone o cose.


  • Deposito temporaneo
    Le modalità di deposito variano in base al tipo di rifiuto da smaltire.Facciamo alcuni esempi:
  • i sacchetti delle sementi vuoti, che sono considerati rifiuti pericolosi in quanto trattati con sostanze chimiche, devono essere legati e ridotti di volume.
  • i rifiuti provenienti dall’attività di assistenza veterinaria devono essere stoccati in appositi contenitori separando i contenitori vuoti dei medicinali dai rifiuti potenzialmente infetti.
  • le batterie non devono presentare rotture con fuoriuscita di liquido. In ogni caso devono essere stoccate in locali chiusi con fondo inattaccabile dagli acidi.
  • gli oli di diversa natura non devono essere miscelati tra loro e devono essere stoccati in contenitori a tenuta in metallo o plastica, con bacino di contenimento a garanzia di eventuale fuoriuscita.
  • i contenitori vuoti di fitofarmaci e diserbanti “bonificati” – ovvero risciacquati per almeno tre volte e privi di residui – vanno ridotti di volume, inseriti in sacchi impermeabili e sigillati.


  • Recupero e/o Smaltimento
    I rifiuti pericolosi devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o smaltimento secondo due modalità alternative a scelta del produttore:
    1) con cadenza trimestrale, indipendentemente dalle quantità in deposito;
    2) quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga la quantità di 30 metri cubi di cui massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi;
    3) In ogni caso il tempo di permanenza dei rifiuti in deposito temporaneo non può mai superare la durata di 1 anno

Per quanto riguarda lo smaltimento, i rifiuti agricoli devono essere destinati a impianti di trattamento autorizzati, in modo da garantirne la corretta gestione. Lo smaltimento dei rifiuti agricoli può essere effettuato sia attraverso il servizio pubblico, con specifica convenzione, che attraverso il conferimento ad aziende private certificate e autorizzate allo smaltimento.

Lo smaltimento dei rifiuti agricoli rappresenta una sfida importante per il settore agricolo: le aziende devono adottare una strategia integrata per la gestione dei rifiuti, che tenga conto delle normative vigenti e delle migliori pratiche ambientali.  

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